mercoledì 20 luglio 2016

L'ENNESIMA PRESA IN GIRO




martedì 19 luglio a Palazzo della Corgna, il Sindaco Fausto Scricciolo ha parlato di
 ITI Trasimeno
 e del modo in cui verranno gestiti 15 milioni di finanziamenti che la Regione metterà a disposizione del territorio per ambiti che riguardano la tutela e la valorizzazione del patrimonio, ma anche lo sviluppo delle imprese.
Alla presenza di alcuni rappresentanti delle attività produttive e delle associazioni che erano stati invitati, è stato spiegato quali saranno le fasi della progettazione:
CONCERTAZIONE SUL TERRITORIO 
ADOZIONE STRATEGIA DEFINITIVA 
COMPILAZIONE DELLE SCHEDE PROGETTUALI
Benissimo; la concertazione presume partecipazione, proposte, idee... quanti incontri sono quindi previsti a questo scopo? Quanto tempo avranno a disposizione i cittadini per poter capire il progetto e proporre idee? 
Circa la successiva adozione della strategia definitiva, quando inizierà questa seconda fase e che tempi sono stati previsti per la sua conclusione?
il 31 luglio... ???? Si!!  il 31 luglio!
Questo la dice lunga sulla reale volontà di concertare e chiedere partecipazione!
Città della Pieve è pure fortunata, perché negli altri comuni ancora non ci sono stati incontri con i cittadini. Ci saranno, a Tavernelle, Castiglione del Lago, Passignano e i cittadini avranno a disposizione solo pochi giorni per contribuire a questo progetto prima che venga adottata la STRATEGIA DEFINITIVA!  Altro che partecipazione!
Forse si potrebbe pensare che i tempi sono stretti non per volontà delle singole amministrazioni, che non si poteva fare altrimenti.
NO non è così! Questo documento della Regione Umbria datato 31 maggio prova che, se realmente avessero voluto fare una vera concertazione sul territorio, ci sarebbe stato tutto il tempo.
E' sempre la stessa storia: una presa in giro ai danni dei cittadini.



venerdì 15 luglio 2016

UNA CITTÀ AL CENTRO DI UN TERRITORIO



“…L'obiettivo principale e prioritario per il Partito Democratico è riconsegnare a Città della Pieve la centralità e l'autorevolezza che riteniamo le competa. Il progetto ed i patti territoriali creati decine di anni orsono che hanno reso Città della Pieve parte integrante di un'area come quella del Trasimeno-Pievese, si sono ormai sostanzialmente esauriti nei loro obiettivi […]”.

Quanto sopra è parte del programma col quale Fausto Scricciolo ha chiesto ed ottenuto i voti di tanti cittadini.


La realtà?

il 12 luglio a Isola Maggiore i sindaci degli otto Comuni del Trasimeno (Castiglione del Lago, Città della Pieve, Magione, Paciano, Panicale, Passignano, Piegaro e Tuoro), alla presenza della presidente della Regione Catiuscia Marini, hanno firmato l’atto costitutivo dell’Unione dei Comuni del Trasimeno - La Città del Trasimeno.
Cosa significa questo? Che dopo tante chiacchiere sulla necessità di superare i legami con il Trasimeno e cambiare strategia guardando a territori più affini al nostro Comune, è stato istituzionalizzato il rapporto stretto tra Città della Pieve e il lago Trasimeno, oltretutto nel discorso entusiasta pronunciato dal nostro primo cittadino c’è stato l’elogio di chi nel passato ha immaginato e voluto La Città del Trasimeno. 

Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere, poi si portano avanti le scelte unilaterali del partito che qualcuno diceva di cambiare dall’interno battendo i pugni sui tavoli… chi è che è cambiato?


E' stato dunque approvato lo statuto relativo all’Unione, che prevede un consiglio composto da 24 membri (tre per Comune - il sindaco, un consigliere della maggioranza e uno delle minoranze) ed è stata fissata la sede istituzionale a Paciano. La nostra Portavoce è stata nominata membro del suddetto Consiglio e si impegna fin d’ora, per quanto le sarà possibile, a verificare che tutta l’operazione sia trasparente e non comporti costi aggiuntivi per i cittadini pievesi.


Il Movimento 5 Stelle di Città della Pieve è contrario a questa Unione, nuovo organismo politico che comporterà un aumento di burocrazia e poltrone: in questo periodo storico, dove la tendenza è ridurre gli enti territoriali, mirando per esempio all’eliminazione delle Province (senza poi farlo veramente!), non ha infatti alcun senso crearne di nuovi, visto che la gestione associata che dovrebbe portare a razionalizzazioni, risparmi e nuove economie di scala, può essere realizzata attraverso più semplici convenzioni ad hoc tra Comuni (eventualmente revocabili in caso di accertato malfunzionamento).

In che termini la nostra amministrazione ha discusso di Unione dei Comuni? Perché non è stato possibile far entrare i cittadini nel processo decisionale? Perché non viene fatta chiarezza sulla differenza tra Unione e Fusione? Dal discorso della Presidente Marini si ha la netta sensazione che si parli di una cosa e che se ne porti avanti un’altra (più o meno come è successo per il nostro ormai defunto ospedale…): 

“L’Unione dei Comuni non è un fatto meramente amministrativo e nemmeno una tappa di arrivo. Di questo si è discusso per anni nelle Amministrazioni e tra le forze politiche. E’ una tappa importante aver dato attuazione a questo obiettivo, ma è anche un punto di partenza per il futuro, che parla di semplificazione e superamento dei limiti delle singole amministrazioni. Agire uniti significa diventare il quarto Comune della nostra Regione.

Allora questa operazione è il preludio di una Fusione degli otto Comuni del Trasimeno?
Il Movimento 5 stelle non è per principio contro la Fusione, anzi, crediamo che il territorio possa trarne dei benefici, ma non ci prestiamo a questo metodo di amministrare: crediamo fortemente che decisioni così importanti debbano essere condivise maggiormente con chi le subirà nei prossimi anni, con tutti gli abitanti dei comuni interessati.
I cittadini vanno informati correttamente dei pro e dei contro di una scelta tale, che riguarda la collettività e non solo una piccola parte dell’elettorato. I politicanti di mestiere (e gli apprendisti tali), non possono e non devono arrogarsi il diritto di decidere su certe scelte senza coinvolgere tutte le categorie e l’opposizione tutta. Non possono, anche perché sono i primi a non essere correttamente informati sulla differenza che c’è tra unire i comuni creando un ulteriore sovra-ente e fonderli in una cosa sola: un unico comune con benefici di legge e fiscali che farebbero finalmente respirare l’economia di Città della Pieve.
Forse hanno paura delle decisioni che possono prendere i cittadini quando si parla di cose serie?