venerdì 23 settembre 2016

Sulla chiusura piccoli ospedali o come si suol dire "riconversione"…


Se si procede ad una riorganizzazione della rete ospedaliera utilizzando il solo criterio del numero dei posti letto, si rischia di fare delle scelte paradossali che non garantiscono ai cittadini un'assistenza sanitaria pubblica accessibile, efficiente, efficace, di qualità e sicura. 


Non vogliamo difendere strenuamente il posto letto, ma sappiamo che non si può procedere con criteri prevalentemente ragionieristici: ad oggi la riconversione della rete ospedaliera nel Trasimeno ha portato solo alla diminuzione dei posti letto!

Anche il M5S ritiene opportuno ri-organizzare e riqualificare i servizi socio-sanitari al fine di offrire le giuste tutele in termini di tempestività e sicurezza, soprattutto nella capacità di trattare le emergenze e rispondere sui territori in cui si vive all'effettivo bisogno di salute, in particolare nelle condizioni di cronicità e fragilità. Tutto ciò però non può essere realizzato senza tre passaggi imprescindibili: 
- analizzare la realtà nella quale si vuole intervenire,  
- garantire la "contemporaneità" delle riconversioni e del potenziamento dell'assistenza territoriale,
- coinvolgere nel processo la cittadinanza e le organizzazione civiche e dei pazienti.

E allora ,oltre alla necessaria valutazione del fabbisogno da una indagine epidemiologica e una mappatura dei servizi esistenti e dopo aver considerato fattori come il fabbisogno di salute della popolazione di quella specifica zona, l’incidenza di particolari patologie croniche su quel territorio, sono da identificare e da tener conto altri fattori non meno importanti:
- la presenza di altre strutture ospedaliere nelle zone limitrofe (che possano configurare eventuali situazioni di duplicazioni di presidi), 
- la qualità e sicurezza delle strutture che dovranno essere chiuse o riconvertite, 
- le caratteristiche specifiche di quel territorio in termini di orografia e flussi turistici (come zone montane, ...)
- l’esistenza di un servizio di trasporto efficace e tempestivo dalla zona dove verrà chiusa la struttura agli ospedali che rimarranno attivi.

Andrà garantita la contemporaneità degli interventi legati alla riconversione e la sicurezza degli interventi di emergenza-urgenza, assicurando una corretta e razionale dislocazione dei servizi ed essi dedicati, anche attraverso processi di riconversione dei punti di primo soccorso.

Tutto ciò dovrebbe prevedere spazi di condivisione e partecipazione delle comunità locali e delle organizzazioni civiche e di pazienti ai processi di riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali, nonché sulla valutazione costante (es. audit civico) dell'impatto della scelta maturata ed attuata. La chiusura di un ospedale (riconversione) pone criticità sia ai cittadini che vivono in quella zona ma anche ai lavoratori , precari e non ed alle loro famiglie.

Ricordiamoci che la chiusura influisce su una comunità di persone sane e non, o futuri ammalati!
Di aiuto in questi casi è prevedere un piano di comunicazione realistico e continuo rivolto alla cittadinanza sulla riorganizzazione.
Un modello partecipativo nelle decisioni favorirebbe la conoscenza dei problemi e dalla discussione nella cittadinanza potrebbero giungere proposte e soluzioni condivise per superare al meglio questo problema.

Chiediamo un cambio nel fare politica, siamo pronti a dare il nostro piccolo contributo , perché ciò che ci interessa sono il miglioramento dei beni comuni e quindi di questa comunità.



martedì 13 settembre 2016

MOZIONE "RACCOLTA FRAZIONE ORGANICA"


Al Sindaco del Comune di
Città della Pieve              
Al Presidente del Consiglio Comunale                   
e p.c. ai Consiglieri Comunali



MOZIONE: RACCOLTA FRAZIONE ORGANICA


PREMESSO CHE

Il comune di Città della Pieve, risulta ancora nella lista di quelle amministrazioni che hanno deliberato il percorso verso Rifiuti Zero e la attuale maggioranza lo ha ribadito nel suo programma alle scorse elezioni comunali.

Il piano finanziario per la TARI, redatto da TSA, attribuisce al ns. comune, una produzione di FOU pari al 48% del totale di tutte le frazioni differenziate.

Per la raccolta dell'umido, nonostante il porta a porta venga dichiarato a regime dal 2013, si utilizzano ancora i cassonetti di prossimità.

Quella umida é la frazione differenziata con i maggiori costi, che salgono ulteriormente visto che il 15% viene scartato e smaltito in discarica.

CONSIDERATO CHE
La legge di stabilità 2015 prevede che il fondo regionale, alimentato dai versamenti dei comuni che non raggiungono gli obiettivi di legge di RD, venga “destinato a finanziare gli interventi di prevenzione dei rifiuti previsti dai piani regionali anche per cofinanziamento di impianti e attività di informazione ai cittadini in materia di prevenzione e RD”.

La stessa legge di stabilità afferma che “si possono prevedere incentivi, oltre che per le attività che fanno azioni di prevenzione nella produzione di rifiuti, per favorire il compostaggio domestico e di comunità.

Il report della regione Umbria attribuisce lo scarso successo della differenziata, alla permanenza della raccolta coi cassonetti.

La raccolta di FOU nel nostro comune é di scarsa qualità, il 15% del totale prodotto viene scartato e smaltito in discarica, aggravando ulteriormente i costi.
La media di scarti, a livello nazionale, é del 7-8 %.



CHIEDIAMO A QUESTO CONSIGLIO DI DELIBERARE:
L'avvio di una campagna di informazione “Rifiuti Zero” che punti al miglioramento della qualità della RD e in particolare della frazione umida.
L'eliminazione di tutti i cassonetti della FOU.

Una variazione al regolamento TARI, che preveda sconti, nella parte variabile della tariffa, alle utenze che fanno compostaggio domestico.

La valutazione della possibilità di accedere al fondo regionale, per avviare al più presto una campagna informativa e soprattutto per la costruzione di uno o più mini-impianti di compostaggio di comunità, approfittando anche delle recenti disposizioni legislative che ne semplificano le autorizzazioni.
        
 Il Capogruppo M5S - Ilaria Gabrielli

Città della Pieve 11/07/16