martedì 22 ottobre 2013

QUESTA E' DIGNITA'




"Il M5S e' l'unico gruppo parlamentare della storia della Repubblica dove TUTTI i deputati e i senatori parlano in aula. Tutti! Altro che comandati dall'alto. Pensate a quanto stiamo crescendo come gruppo, siamo entrati 7 mesi fa, siamo cittadini come tutti quanti. 7 mesi fa. Oggi Paola Carinelli, una mia collega straordinaria, una deputata che lavora a testa bassa giorno e notte si e' presa delle belle soddisfazioni con il Presidente Letta. Questa e' opposizione. Grazie Paola." Alessandro di Battista



PROCESSO PARTECIPATIVO: NON SOLO PAROLE





Ci siamo, siamo ormai alla fine di ottobre e l’Amministrazione comunale si appresta a presentare il bilancio preventivo 2013. 
Ma facciamo un passo indietro, verso la metà di giugno abbiamo aderito all’iniziativa svoltasi alla presenza del sindaco per parlare di bilancio partecipato. In quell’occasione più di un presente fece notare che la data era così prossima alla scadenza fissata per la presentazione del bilancio preventivo (30 giugno) che non vedevano come poter “partecipare” alla stesura. In quell’occasione venne spiegato ai presenti che a causa di non ancora ben definite leggi dello Stato sicuramente ci sarebbero state numerose proroghe alla presentazione del documento preventivo e che nel frattempo a quel primo incontro ne sarebbero seguiti altri per permettere ai cittadini di esprimere la loro opinione riguardo le voci di spesa. Tali parole si sono rivelate premonitrici circa i tempi prolungati, ma nel frattempo non ci risultano esserci stati altri incontri “partecipati” su questo tema.
Ad ogni assemblea pubblica proposta dall’attuale Amministrazione spesso si è affiancata la parola “partecipata” ma dobbiamo renderci conto che questa parola non è un termine tornato di moda da appiccicare un po’ dove capita, la partecipazione è una cosa seria. Nelle realtà in cui è stata veramente applicata sono stati attivati processi strutturali, non certo estemporanei; tutte le fasi di lavoro, gli attori, i tempi, le modalità per il raggiungimento dei risultati attesi erano ben organizzate e guidavano la cittadinanza e i soggetti interessati nel portare un contributo attivo al raggiungimento degli obiettivi.
Un modo serio di affrontare il processo partecipativo è quello di individuare delle figure di riferimento all’interno dello stesso che ricoprano ruoli ben specifici, un ruolo politico di garante, un ruolo tecnico di coordinamento, un ruolo di facilitazione neutrale rispetto agli interessi in atto e il ruolo dei portatori di interesse e di punti di vista rilevanti sulla questione da affrontare.
Niente di tutto questo è stato portato avanti da questa Amministrazione e niente al momento risulta essere stato fatto per gettare le basi di una seria partecipazione in futuro. Il bilancio “partecipato” è morto sul nascere, la volontà di aprire un tavolo sulla scuola e di intraprendere un processo decisionale inclusivo con tutti i soggetti coinvolti è rimasta una promessa non mantenuta e anche il laboratorio di progettazione partecipata avviato sul programma di sviluppo urbano poco aveva a che fare con il reale coinvolgimento della cittadinanza. Molto probabilmente la maggior parte dei cittadini se interrogati su questi argomenti non hanno la minima idea di cosa si stia parlando e questa di per sé è una grande sconfitta per chi vorrebbe governare per altri cinque anni questo territorio.


M5S Città della Pieve 


sabato 19 ottobre 2013

AMMINISTRATIVE 2014


Il Movimento cinque stelle di Città della Pieve ha approvato all’unanimità il regolamento per la scelta dei candidati cittadini Consiglieri per il Comune di Città della Pieve in vista delle prossime amministrative del 2014.
I requisiti principali sono:
- iscrizione al MoVimento 5 Stelle;
- residenza nel Comune di Città della Pieve;
- assenza di procedimenti penali;
- condivisione e sottoscrizione del Codice di comportamento eletti M5s Città della Pieve disponibile sul sito del meetup nella sezione “file”.

Il candidato, inoltre, non deve appartenere a nessun partito o movimento politico, a nessuna loggia massonica, non deve aver svolto in passato due o più mandati.

Chi fosse interessato a candidarsi può contattare, entro il 31 ottobre 2013, gli attivisti:
facebook: Movimento 5 stelle Città della Pieve,
sito: http://www.meetup.com/Movimento-5-Stelle-Citta-della-Pieve
mail: M5Scittadellapieve@gmail.com

Tutte le candidature presentate entro il 31 ottobre 2013 verranno votate durante il meetup del 6 novembre aperto a tutti i cittadini. Con l’occasione ringraziamo i simpatizzanti del Movimento 5 stelle di Città della Pieve per l’appoggio e l’incoraggiamento avuto in questi ultimi mesi. Rinnoviamo l’invito a partecipare ai meetup settimanali come attivisti disposti a condividere tempo, interessi o competenze per portare avanti gli attuali gruppi di lavoro e per promuoverne di nuovi.
     Movimento 5 Stelle Città della Pieve

NO ALLA LIBERALIZZAZIONE SELVAGGIA DEGLI ORARI DI APERTURA





E' finalmente arrivata in Aula la nostra proposta di legge sul contrasto alle liberalizzazioni degli orari degli esercizi commerciali volute da Monti. Si tratta di un tema caldo perché è una battaglia a favore della piccola e media impresa, dei piccoli esercizi commerciali schiacciati dai colossi della grande distribuzione, inoltre è un tema che riguarda i diritti dei lavoratori e la qualità di vita.

Le associazioni di categoria Confesercenti, Confcommercio e Confapi sono assolutamente d'accordo con la nostra proposta di legge ma i vertici nazionali (altamente politicizzati) non hanno intenzione di fare pressione sulle forze politiche. 

Considerata l'importanza del tema è importante inforrmare i cittadini, soprattutto i commercianti, della battaglia che stiamo conducendo a tutela dei piccoli commercianti e dei lavoratori.

Di fatto la crisi del commercio sta falcidiando i piccoli esercizi commerciali. Negli ultimi 18 mesi hanno chiuso 101.000 negozi con la perdita di circa 300.000 posti di lavoro. Per tentare quindi di bloccare questa emorragia, il MoVimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge, attualmente in discussione in Aula alla Camera dei Deputati, che intende cancellare le liberalizzazioni degli orari di apertura volute da Monti, restituendo autonomia di decisione sul commercio a Regioni e ad Enti Locali. La maggioranza sta facendo di tutto per bloccare questa legge, continuando così a favorire le lobby dei centri commerciali.

Le liberalizzazioni di Monti si sono rivelate fallimentari perché non hanno portato un aumento dei fatturati per le imprese, né ad una diminuzione dei prezzi a favore dei consumatori, né ad un aumento dei posti di lavoro. In definitiva non hanno creato una sana concorrenza ma hanno solamente acuito lo scontro tra piccola e grande distribuzione con la conseguente chiusura di migliaia di piccoli negozi spingendo nella disoccupazione migliaia di persone. Le vendite non aumentano solo perché si tengono i negozi aperti più a lungo, semplicemente gli acquisti si diluiscono in 7 giorni invece di 6. Al contempo le ore di lavoro sono aumentate ed i costi per le imprese pure. I piccoli esercizi commerciali, già in crisi, non reggono questo aggravio di costi e chiudono. La grande distribuzione ne approfitta obbligando i lavoratori a turni di lavoro stressanti che, non contemplando chiusure domenicali e festive, sono impossibili da conciliare con la tutela della vita familiare.

da filippo Gallinella deputato M5S 




LA RIVOLUZIONE IRRINUNCIABILE




Le epoche, si sa, sono caratterizzate da eventi e condizioni umane che ne evidenziano le differenze, a volte anche molto marcate e spesso in contrapposizione alle precedenti. Quella che stiamo vivendo pare contrassegnata, almeno nel momento attuale, da un empito rivoluzionario, trasversale e generalizzato su gran parte del pianeta. Dalle rivoluzioni colorate di inizio millennio negli stati post-sovietici, ai più recenti moti nord-africani, e senza disconoscere la grave situazione siriana, il desiderio di cambiamento sta attraversando anche il mondo occidentale in modo più o meno confliggente col potere politico o economico: il popolo di Seattle ha inaugurato la lotta no-global contro la logica delle multinazionali, ripresa anche da Occupy Wall Street, esempio di movimento dal basso che in modo pacifico tenta di scardinare le logiche finanziarie correnti attraverso l’aggregazione in luoghi simbolo come la borsa di New York; indimenticabile la Puerta del Sol gremita delle variopinte tende improvvisate degli indignados spagnoli, con i loro orti urbani e la musica dei tamburi, mentre è d’obbligo portare attenzione a Francoforte, dove recentemente giovani di vari paesi europei si sono riuniti per dar vita ad una contestazione non violenta nei pressi della sede tedesca della BCE e contestualmente hanno costituito un vero e proprio laboratorio politico per ridefinire i parametri dell’Europa dal basso, in sostituzione dell’Europa tecnocratica basata sulla logica dei capitali. Ed eccoci in Italia. Una meravigliosa, pacifica rivoluzione sta attraversando il paese; senza clamore, disordini e demagogiche intemperanze, si affaccia nel panorama politico del nostro disgregato parlamento e, riconosciuta o meno, pone in agenda temi inusitati e quanto mai scomodi per le logiche di apparato, come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. La sua forza è data dalla visione, nuova come un vento di primavera, che superati i vecchi criteri di contrapposizione ideologica è il tempo di creare un sistema innovativo e semplice, basato sulla qualità e dignità dell’essere umano e della vita su questo pianeta. Il Movimento 5 Stelle, come un’onda in piena, ha intercettato con un tempismo perfetto il bisogno di appropriazione di quel cambiamento che in fieri alberga nel cuore di tanti da troppi lunghi anni. Oggi, inarrestabile, la trasformazione si fa strada per essere protagonista delle prossime vicende della storia. Come ogni processo innovativo, ci saranno e ci sono errori, disfunzioni, momenti di arresto e altri di progressione dinamica; inevitabile la resistenza anche violenta - se non nella forma, senz’altro nella sostanza - che il sistema costituito mette in atto per deformare i processi di informazione e manipolare le scelte politiche degli italiani. La sensazione diffusa che le logiche sin qui operate dall’apparato di potere si stiano sgretolando come un vecchio muro polveroso, già troppe volte puntellato, è ormai sempre più forte e consolidata e si aggira impalpabile tra le menti fin qui obnubilate dai media nazionali. La verità della natura ci insegna che tutto si trasforma: non si possono arrestare i processi di cambiamento. Vale la pena quindi, piuttosto che resistere in un disperato tentativo di salvaguardia della tranquillizzante realtà conosciuta, cavalcare l’onda del nuovo, dirigendone ove possibile la direzione. Parliamo quindi di democrazia partecipativa, responsabilità civile, principio di non delega, condivisione di obiettivi, visione rinnovata. Un atto di coraggio, come ogni trasformazione richiede, un anelito di dignità e rispetto verso noi stessi. Per non dover ammettere, in fine, di non aver neanche tentato di creare qualcosa. Per poter orgogliosamente guardare negli occhi dei nostri figli e avere una eredità da trasmettere.
    10-06-2013 - Movimento 5 Stelle Città della Pieve


LA PIEVE: BORGO O CITTA'?





Senza dubbio la Pieve è città. Lo è stata e per noi lo sarà. Pensare al progresso della nostra città di questi tempi? Perché no? C’è chi la vuole “borgo” al pari di altri bei borghi dell’Umbria: è chi l’ha governata per alcuni decenni e continua a governarla per farla regredire a borgo, luogo del buon ritiro “patria elettiva di personaggi importanti nazionali, internazionali ed artisti”. Bello avere tanti personaggi importanti tra noi soprattutto se disponibili a interagire con la comunità, a mettere a disposizione il loro talento piuttosto che stare ben ritirati nelle proprie ville o palazzi. Benvenute “personalità importanti, dall’Italia e dall’estero” se disponibili ad aiutarci a progredire. Il progresso di una comunità si basa sulla qualità dei servizi sanitari, della scuola, sulla continua attenzione allo sviluppo economico, ai posti di lavoro. Il regresso di una comunità è accondiscendere alla ventata reazionaria che in Europa porta ad esaltare i nobili (che ancora esistono), i ricchi e farli più ricchi, che con vari tentativi sta puntando all’impoverimento di larghi strati della popolazione e con questo a rendere progressivamente più difficile l’accesso alla sanità, alla scuola, alle professioni, alla libera crescita dei più capaci. Al di là degli annunci, chi ha governato per alcuni decenni, con estesa e ramificata macchina del consenso, non ci può parlare di progetti “ereditati” da precedenti amministrazioni, di “tenuta del sociale” che va ascritta al pronto soccorso familiare e non certo a meriti amministrativi, di importanti interventi sulla scuola quando invece si prepara a far trasferire le scuole superiori altrove, di “percorso museale” che funziona, di “alto livello delle iniziative culturali e di promozione” (….. sicuri, sicuri dell’alto livello?) Chi ha governato per alcuni decenni ci deve dire se proseguirà a spogliare di contenuto la città fino a farla diventare borgo, magari anche ideale per personaggi di alto livello ma di difficile fruibilità per i cittadini. Il movimento 5 stelle vuole che la Pieve sia città, non fa annunci o proclami, chiede invece che i cittadini partecipino alla vita politica e sociale, che incidano sulle scelte che determinino il loro futuro, che tutti insieme si punti al progresso di Città della Pieve e del suo territorio, che i cittadini possano dire, anche se, la “ramificata macchina del consenso” vuole che non dicano. Il movimento 5 stelle non fa annunci sul bilancio partecipato, lo farà. Ogni atto amministrativo sarà pubblico, i consigli comunali e tutti gli atti potranno essere ripresi, messi a disposizione dei cittadini senza troppe formalità. Sarà richiesta e garantita la partecipazione: senza l’impegno dei cittadini non saremo città. Delegando al partito che neanche ammette le primarie per scegliere il candidato Sindaco, che non dice chi saranno gli Assessori prima della amministrative, pensiamo veramente che saremo città? Delegando al partito siamo sicuri che il territorio sia valorizzato? Se i cittadini non potranno dire la loro, con chi il partito farà le fusioni amministrative sui servizi? Con chi le unità amministrative più larghe? Quali interessi economici tutelerà? Progresso a città o regresso a borgo? I cittadini decidano.
    25-09-2013 - Movimento 5 Stelle Città della Pieve

DEBITO PUBBLICO, DEBITO PRIVATO






C’è un’Italia che lavora a testa china per saldare un debito nazionale che crede di aver contratto perché “spendiamo troppo” e che ancora non sa a chi vada restituito. Che è spaventata dalla possibilità di una crisi di governo perché se non si facesse in tempo la legge di stabilità - la vecchia finanziaria - “arriverà la Troika” a commissariarci. Come la Grecia. Che ha paura dello spread, simbolo misterioso dell’incapacità nazionale di stare al passo con gli altri. Che paga accettando tutto, avendo perso il senso di quello che fa e la dimensione del proprio futuro con la sensazione di non poter fare nulla per migliorare il domani. Nella provincia – e molto nelle nostre zone - il sistema politico-finanziario locale ha distribuito piccoli e grandi favori, posti di lavoro, permessi e danaro, legando a sé, in un vergognoso e falso “debito d’onore” i voti di intere famiglie. Insegnando ad intere generazioni che è meglio tener chino il capo perché i padroni danno, ma soprattutto possono togliere. Ormai neanche questo misero commercio è più sufficiente a proteggere dalla crisi che travolge intere nazioni. I cittadini italiani avrebbe il diritto di capire cosa stia davvero succedendo al mondo in cui credevano di vivere e hanno il dovere di ricordare che il capo si può e si deve tener ritto perché altrimenti i nuovi padroni, più subdoli dei vecchi, faranno sempre leva sulla nostra paura di perdere il poco che ci è stato lasciato. Allora bisogna cominciare a far chiarezza perché le persone disperate, convinte che la politica abbia distrutto le loro vite ritrovino l’orgoglio di riprenderle in mano, di sentirsi di nuovo – o finalmente – cittadini e non sudditi. E per non rischiare che la rabbia e la delusione indirizzino la protesta su strade pericolose. Tanto per ricordare la cronaca, Alba Dorata - la formazione neonazista greca - ha un sito e una sede italiani e da cui fa proseliti. E quindi cominciamo a chiarire. Con chi abbiamo il debito pubblico? Prima dell’Euro, banalmente con noi stessi. L’Italia creava più danaro di quanto ne ritirava con le tasse. Finché gli altri stati avevano un accettabile livello di fiducia nella nostra capacità di lavorare e produrre, l’economia andava avanti. Il danaro “in più”, e non le tasse, pagava i servizi. Se funzionavano male le cause erano altre, la corruzione e il cattivo modo di lavorare. Ora il nostro debito pubblico, anche quello che avevamo creato in tempi precedenti all’Euro, lo abbiamo con l’Europa. Perché? Perché ora non siamo più noi ad emettere la nostra moneta e perché questa è stata una delle condizioni di ingresso nell’Euro. E ora il commissariamento. In base a quale principio del diritto internazionale l’Italia potrebbe essere commissariata, come un Comune in odore di mafia? A nessuno. Semplicemente in base alle pressioni economiche internazionali alle quali si può sottostare, ma dalle quali si potrebbe cominciare a smarcarsi.. E arriviamo allo spread, lo spauracchio che mette tutti a tacere. Semplificando, è la differenza tra gli interessi che pagheranno i titoli di stati italiani e tedeschi tra un certo numero di mesi o anni. Quando Mario Monti ha sostituito Berlusconi, era “altissimo” intorno ai 600 punti. Oggi, dopo l’annuncio delle ipotetiche dimissioni dei ministri è “pericolosamente cresciuto” intorno ai 265, ma eravamo tutti trionfalmente felici quando era sui 300. E quindi? Perché tutto questo allarme? Ma c’è un fatto ancora più importante. I Titoli di Stato vengono messi all’asta: più alto è l’interesse pagato – come in Italia - e più sarà facile venderli. In Germania, i titoli di stato hanno interessi più bassi anche perché alla Deutsche Bank è consentito comprarli se rimangono invenduti, cosa che né l’Italia né altri paesi europei possono fare. Ma allora non è un confronto falsato? Davvero lo spread indica quanto l’economia tedesca sia più affidabile e migliore della nostra? Oggi addirittura ci dicono che per la Merkel, Obama, l’OCSE e la UE, “l’instabilità politica italiana mette a rischio la fragile ripresa”. E lo “shut down” americano invece fa bene al mondo? E quale ripresa, con la disoccupazione giovanile al 40% e l’IVA al 22% ? E’ usando argomenti come questi che, da anni, stanno imponendo incredibili sacrifici agli italiani e agli europei. E allora dobbiamo raccogliere le forze per alzare la testa e chiedere a gran voce di sapere, per poter decidere con consapevolezza del nostro futuro. Dobbiamo smettere di aver paura e di credere che l’economia e la politica siano davvero così complicate. L’accesso alle informazioni è potere. Sapere è davvero potere. Chi controlla e rende difficile esercitare questo diritto incrementa il proprio potere a scapito di chi è lasciato nell’ignoranza. E questo i nuovi padroni – quelli che vendono il loro popolo per una poltrona e un buon conto in banca – lo sanno bene. Perché informarsi e informare è un diritto oltre che un dovere di ogni cittadino che voglia smettere di essere suddito.


M5S Città della Pieve