sabato 19 ottobre 2013

LA RIVOLUZIONE IRRINUNCIABILE




Le epoche, si sa, sono caratterizzate da eventi e condizioni umane che ne evidenziano le differenze, a volte anche molto marcate e spesso in contrapposizione alle precedenti. Quella che stiamo vivendo pare contrassegnata, almeno nel momento attuale, da un empito rivoluzionario, trasversale e generalizzato su gran parte del pianeta. Dalle rivoluzioni colorate di inizio millennio negli stati post-sovietici, ai più recenti moti nord-africani, e senza disconoscere la grave situazione siriana, il desiderio di cambiamento sta attraversando anche il mondo occidentale in modo più o meno confliggente col potere politico o economico: il popolo di Seattle ha inaugurato la lotta no-global contro la logica delle multinazionali, ripresa anche da Occupy Wall Street, esempio di movimento dal basso che in modo pacifico tenta di scardinare le logiche finanziarie correnti attraverso l’aggregazione in luoghi simbolo come la borsa di New York; indimenticabile la Puerta del Sol gremita delle variopinte tende improvvisate degli indignados spagnoli, con i loro orti urbani e la musica dei tamburi, mentre è d’obbligo portare attenzione a Francoforte, dove recentemente giovani di vari paesi europei si sono riuniti per dar vita ad una contestazione non violenta nei pressi della sede tedesca della BCE e contestualmente hanno costituito un vero e proprio laboratorio politico per ridefinire i parametri dell’Europa dal basso, in sostituzione dell’Europa tecnocratica basata sulla logica dei capitali. Ed eccoci in Italia. Una meravigliosa, pacifica rivoluzione sta attraversando il paese; senza clamore, disordini e demagogiche intemperanze, si affaccia nel panorama politico del nostro disgregato parlamento e, riconosciuta o meno, pone in agenda temi inusitati e quanto mai scomodi per le logiche di apparato, come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. La sua forza è data dalla visione, nuova come un vento di primavera, che superati i vecchi criteri di contrapposizione ideologica è il tempo di creare un sistema innovativo e semplice, basato sulla qualità e dignità dell’essere umano e della vita su questo pianeta. Il Movimento 5 Stelle, come un’onda in piena, ha intercettato con un tempismo perfetto il bisogno di appropriazione di quel cambiamento che in fieri alberga nel cuore di tanti da troppi lunghi anni. Oggi, inarrestabile, la trasformazione si fa strada per essere protagonista delle prossime vicende della storia. Come ogni processo innovativo, ci saranno e ci sono errori, disfunzioni, momenti di arresto e altri di progressione dinamica; inevitabile la resistenza anche violenta - se non nella forma, senz’altro nella sostanza - che il sistema costituito mette in atto per deformare i processi di informazione e manipolare le scelte politiche degli italiani. La sensazione diffusa che le logiche sin qui operate dall’apparato di potere si stiano sgretolando come un vecchio muro polveroso, già troppe volte puntellato, è ormai sempre più forte e consolidata e si aggira impalpabile tra le menti fin qui obnubilate dai media nazionali. La verità della natura ci insegna che tutto si trasforma: non si possono arrestare i processi di cambiamento. Vale la pena quindi, piuttosto che resistere in un disperato tentativo di salvaguardia della tranquillizzante realtà conosciuta, cavalcare l’onda del nuovo, dirigendone ove possibile la direzione. Parliamo quindi di democrazia partecipativa, responsabilità civile, principio di non delega, condivisione di obiettivi, visione rinnovata. Un atto di coraggio, come ogni trasformazione richiede, un anelito di dignità e rispetto verso noi stessi. Per non dover ammettere, in fine, di non aver neanche tentato di creare qualcosa. Per poter orgogliosamente guardare negli occhi dei nostri figli e avere una eredità da trasmettere.
    10-06-2013 - Movimento 5 Stelle Città della Pieve


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