“…L'obiettivo
principale e prioritario per il Partito Democratico è riconsegnare a Città della Pieve la centralità e l'autorevolezza che
riteniamo le competa. Il progetto ed i patti territoriali creati decine di
anni orsono che hanno reso Città della Pieve parte integrante di un'area come
quella del Trasimeno-Pievese, si sono ormai sostanzialmente esauriti nei loro
obiettivi […]”.
Quanto sopra è parte del programma col quale Fausto Scricciolo ha chiesto ed
ottenuto i voti di tanti cittadini.
La realtà?
il 12 luglio a Isola Maggiore i sindaci degli otto Comuni del Trasimeno
(Castiglione del Lago, Città della Pieve, Magione, Paciano, Panicale,
Passignano, Piegaro e Tuoro), alla presenza della presidente della Regione
Catiuscia Marini, hanno firmato l’atto costitutivo dell’Unione dei Comuni del Trasimeno - La Città del Trasimeno.
Cosa significa questo? Che dopo tante chiacchiere sulla necessità di
superare i legami con il Trasimeno e cambiare strategia guardando a
territori più affini al nostro Comune, è
stato istituzionalizzato il rapporto stretto tra Città della Pieve e il lago
Trasimeno, oltretutto nel discorso entusiasta pronunciato dal nostro primo
cittadino c’è stato l’elogio di chi nel passato ha immaginato e voluto La Città
del Trasimeno.
Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere, poi si
portano avanti le scelte unilaterali del partito che qualcuno diceva di cambiare dall’interno battendo i pugni sui tavoli…
chi è che è cambiato?
E' stato dunque approvato lo statuto relativo all’Unione, che prevede un
consiglio composto da 24 membri (tre per Comune - il sindaco, un consigliere
della maggioranza e uno delle minoranze) ed è stata fissata la sede
istituzionale a Paciano. La nostra Portavoce è stata nominata membro del
suddetto Consiglio e si impegna fin d’ora, per quanto le sarà possibile, a verificare che tutta l’operazione sia
trasparente e non comporti costi aggiuntivi per i cittadini pievesi.
Il Movimento 5 Stelle di Città della Pieve è contrario a questa Unione, nuovo organismo politico che comporterà un aumento di burocrazia e poltrone: in questo periodo storico, dove la tendenza è ridurre gli enti territoriali, mirando per esempio all’eliminazione delle Province (senza poi farlo veramente!), non ha infatti alcun senso crearne di nuovi, visto che la gestione associata che dovrebbe portare a razionalizzazioni, risparmi e nuove economie di scala, può essere realizzata attraverso più semplici convenzioni ad hoc tra Comuni (eventualmente revocabili in caso di accertato malfunzionamento).
In
che termini la nostra amministrazione ha discusso di Unione dei Comuni? Perché
non è stato possibile far entrare i cittadini nel processo decisionale? Perché
non viene fatta chiarezza sulla differenza tra Unione e Fusione? Dal
discorso della Presidente Marini si ha la netta sensazione che si parli di una
cosa e che se ne porti avanti un’altra (più o meno come è successo per il
nostro ormai defunto ospedale…):
“L’Unione dei Comuni non è un fatto meramente amministrativo e nemmeno una
tappa di arrivo. Di questo si è discusso per anni nelle Amministrazioni e tra
le forze politiche. E’ una tappa importante aver dato attuazione a questo
obiettivo, ma è anche un punto di partenza per il futuro, che parla di
semplificazione e superamento dei limiti delle singole amministrazioni. Agire uniti significa diventare il quarto
Comune della nostra Regione”.
Allora questa operazione è il
preludio di una Fusione degli otto Comuni del Trasimeno?
Il Movimento 5 stelle non è per principio contro la Fusione, anzi, crediamo che il territorio possa trarne dei benefici,
ma non ci prestiamo a questo metodo di amministrare: crediamo fortemente che decisioni così importanti debbano essere
condivise maggiormente con chi le subirà nei prossimi anni, con tutti gli
abitanti dei comuni interessati.
I
cittadini vanno informati correttamente dei pro e dei contro di
una scelta tale, che riguarda la collettività e non solo una piccola parte
dell’elettorato. I politicanti di
mestiere (e gli apprendisti tali), non possono e non devono arrogarsi il
diritto di decidere su certe scelte senza coinvolgere tutte le categorie e
l’opposizione tutta. Non possono, anche perché sono i primi a non essere
correttamente informati sulla differenza che c’è tra unire i comuni creando un
ulteriore sovra-ente e fonderli in una cosa sola: un unico comune con benefici
di legge e fiscali che farebbero finalmente respirare l’economia di Città della
Pieve.
Forse hanno paura delle decisioni che
possono prendere i cittadini quando si parla di cose serie?
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