sabato 19 ottobre 2013

LA PIEVE: BORGO O CITTA'?





Senza dubbio la Pieve è città. Lo è stata e per noi lo sarà. Pensare al progresso della nostra città di questi tempi? Perché no? C’è chi la vuole “borgo” al pari di altri bei borghi dell’Umbria: è chi l’ha governata per alcuni decenni e continua a governarla per farla regredire a borgo, luogo del buon ritiro “patria elettiva di personaggi importanti nazionali, internazionali ed artisti”. Bello avere tanti personaggi importanti tra noi soprattutto se disponibili a interagire con la comunità, a mettere a disposizione il loro talento piuttosto che stare ben ritirati nelle proprie ville o palazzi. Benvenute “personalità importanti, dall’Italia e dall’estero” se disponibili ad aiutarci a progredire. Il progresso di una comunità si basa sulla qualità dei servizi sanitari, della scuola, sulla continua attenzione allo sviluppo economico, ai posti di lavoro. Il regresso di una comunità è accondiscendere alla ventata reazionaria che in Europa porta ad esaltare i nobili (che ancora esistono), i ricchi e farli più ricchi, che con vari tentativi sta puntando all’impoverimento di larghi strati della popolazione e con questo a rendere progressivamente più difficile l’accesso alla sanità, alla scuola, alle professioni, alla libera crescita dei più capaci. Al di là degli annunci, chi ha governato per alcuni decenni, con estesa e ramificata macchina del consenso, non ci può parlare di progetti “ereditati” da precedenti amministrazioni, di “tenuta del sociale” che va ascritta al pronto soccorso familiare e non certo a meriti amministrativi, di importanti interventi sulla scuola quando invece si prepara a far trasferire le scuole superiori altrove, di “percorso museale” che funziona, di “alto livello delle iniziative culturali e di promozione” (….. sicuri, sicuri dell’alto livello?) Chi ha governato per alcuni decenni ci deve dire se proseguirà a spogliare di contenuto la città fino a farla diventare borgo, magari anche ideale per personaggi di alto livello ma di difficile fruibilità per i cittadini. Il movimento 5 stelle vuole che la Pieve sia città, non fa annunci o proclami, chiede invece che i cittadini partecipino alla vita politica e sociale, che incidano sulle scelte che determinino il loro futuro, che tutti insieme si punti al progresso di Città della Pieve e del suo territorio, che i cittadini possano dire, anche se, la “ramificata macchina del consenso” vuole che non dicano. Il movimento 5 stelle non fa annunci sul bilancio partecipato, lo farà. Ogni atto amministrativo sarà pubblico, i consigli comunali e tutti gli atti potranno essere ripresi, messi a disposizione dei cittadini senza troppe formalità. Sarà richiesta e garantita la partecipazione: senza l’impegno dei cittadini non saremo città. Delegando al partito che neanche ammette le primarie per scegliere il candidato Sindaco, che non dice chi saranno gli Assessori prima della amministrative, pensiamo veramente che saremo città? Delegando al partito siamo sicuri che il territorio sia valorizzato? Se i cittadini non potranno dire la loro, con chi il partito farà le fusioni amministrative sui servizi? Con chi le unità amministrative più larghe? Quali interessi economici tutelerà? Progresso a città o regresso a borgo? I cittadini decidano.
    25-09-2013 - Movimento 5 Stelle Città della Pieve

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